Ordini salvi, resta l’esame di Stato, maggiore tutela del cliente e possibilità di derogare alle tariffe minime mediante accordi tra le parti per le professioni ordinistiche, nessuna restrizione territoriale eccetto per le professioni che siano funzionali a ragioni di interesse pubblico. Sono queste alcune delle novità illustrate a Palazzo Chigi dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: “Saranno limitati i tirocini di cui si è abusato e verrà definito il reato di sfruttamento del lavoro – ha detto il ministro – Le professioni non ordinistiche sono ulteriormente liberalizzate e la contrattazione aziendale potrà intervenire su tutto ciò che riguarda l’organizzazione del lavoro, come la videosorveglianza, l’orario di lavoro o le collaborazioni coordinate e continuative”.
Soddisfatto il commento della presidente del Cup, (Comitato unitario delle professioni), Marina Calderone. “Il decreto legge anticrisi non tocca i principi cardine – afferma – ma prevede alcuni ammodernamenti. È riconosciuto il valore degli Ordini, sono respinte le richieste di sfrenata liberalizzazione provenienti dal mondo datoriale . In un momento in cui a tutti i lavoratori e alle imprese vengono richiesti sacrifici è giusto che anche i professionisti facciano la loro parte. Fondamentale per noi era il mantenimento dei principi su cui si basa il sistema ordinistico italiano che è pieno riconoscimento del valore delle professioni – sottolinea la Calderone ricordando che “le novità introdotte dal decreto legge anticrisi erano peraltro già contenute nella proposta di modernizzazione degli Ordini presentata al Ministro di Giustizia a luglio 2010 e nel provvedimento attualmente in corso di iter parlamentare, per il quale ci sono state le audizioni in Commissione Giustizia della Camera.