Si è svolto a Torino il 1 dicembre 2012 presso il Liceo Scientifico “A. Volta”, il convegno organizzato dall’ANPE sede Piemonte, dal titolo “Pianeta Apprendimento: tra difficoltà dell’apprendimento e DSA” in collaborazione con FEPP, Centro per la Giustizia Minorile per il Piemonte e Valle D’Aosta, CIPES-Piemonte, Agenzia Pedagogica Europea, GRIMED ed il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte. La giornata si è rivelata intensa e costruttiva; grande successo di pubblico composto da docenti di ogni ordine di scuola, genitori e professionisti del settore educativo.
Hanno portato i loro saluti il dirigente del Centro Didattico Nazionale Borgione, T. Bavastrelli, il presidente del Cipes, S. Bajardi, la Dirigente Scolastica del Liceo Volta che ringraziamo per la calorosa accoglienza e per l’ospitalità, C. Bocchino e infine la presidente Anpe Piemonte, R. Citriniti.
Ha introdotto i lavori la Vice presidente nazionale Anpe, L. Piarulli, che ha illustrato gli obiettivi della giornata di lavoro e condiviso il senso del convegno; ricorda che le difficoltà di apprendimento sono molto diffuse: si calcola che circa uno studente italiano su cinque, incontri nel corso della sua vita scolastica, delle problematiche tali da impedire, ostacolare o semplicemente rallentare il normale processo dell’apprendere. La distinzione tra DSA e difficoltà di apprendimento è essenziale per individuare strategie educative appropriate attraverso l’acquisizione di un codice comune e, qualunque metodologia o strategia utilizzata, deve sapere e poter coniugare logos e pathos. Qui sta il senso della cura pedagogica.
I. Folci dell’Università Cattolica di Milano, ha evidenziato con chiarezza e rigore scientifico che cosa s’intende per difficoltà di apprendimento e DSA, sottolineando l’esigenza imprescindibile dall’azione educativa, di rendere ogni diversità un valore aggiunto sia per il singolo che per la comunità.
Ritrovare la passione di educare ha rappresentato il tema portante della relazione di R. Imperiale, dell’università della Valle d’Aosta, il quale attraverso una relazione appassionata e coinvolgente, ha sottolineato quale sia il compito autentico della scuola: a scuola si va per imparare, “imparare dà inizio all’erranza”. L’insegnante deve sedurre l’alunno. Non dovremmo più utilizzare l’espressione “didattica speciale”, poiché tutti siamo speciali con differenze, difficoltà e talenti. Così anche il termine “disturbo”.
D. Chiesa, presidente del Forum regionale del Piemonte dell’educazione e della scuola, ha proposto riflessioni emotivamente forti, sul tema della valutazione; con amarezza evidenzia che gli alunni oggi vanno a scuola per avere il voto e non per imparare, che sono vittime della valutazione dai 3 ai 19 anni! Ogni loro azione viene quantificata!
Dal canto loro i docenti si sentono ingabbiati dall’obbligo di valutare e quindi quantificare. Secondo le lezioni di Don Milani e altri autorevoli autori, non esiste un dentro e un fuori: la scuola è territorio.
Non si può non conoscere la realtà dentro un Istituto penale minorile! Chi sono i ragazzi dentro? Che cosa significa scuola dentro il Ferrante Aporti di Torino? Ne ha parlato Gabriella Picco, direttore dell’IPM; abbiamo scoperto che la scuola può rappresentare per questi adolescenti forse un’opportunità se vi sono maestri che credono e svolgono con passione il mestiere dell’educazione. “La bellezza nonostante…” è il libro che ha scritto uno di questi maestri, Fabio Geda, che da 30 anni ha deciso di voler restare lì, proprio con quei ragazzi in evidente difficoltà. Solo l’empatia, sostiene G. Picco, può sostenere una buona azione educativa.
U. Avalle dell’Università di Savigliano, ha sottolineato ancora con forza l’importanza della buona relazione educativa, capace di dare effettivo benEssere all’allievo, in un’ottica olistica.
C’è bisogno di una pedagogia capace di rimarcare i talenti piuttosto che le mancanze.
M. Falasca, membro del GIS di Torino, ha proposto una simulazione di cooperative learning ai partecipanti; con abilità ed efficacia è riuscito a “tirar fuori” le emozioni. La simulazione aveva come obiettivo far comprendere come si può lavorare in aula con alunni con o senza disturbi e/o difficoltà, la scuola è prima di tutto un’esperienza sociale da condividere.
La cerimonia di premiazione del premio Cinzia Bertola ha concluso il convegno con la voce dei ragazzi.
I questionari di gradimento hanno posto in evidenza la necessità di ampliare ulteriormente i temi proposti, concedersi ancora spazi di riflessione e confronto. Ne siamo convinti anche noi!
Un grazie alla Dirigente Scolastica dell’Istituto comprensivo di Alessandria, M.P. Minetti che ha moderato il convegno in modo brillante, offrendo integrazioni e riflessioni arricchenti.
Un grazie al Centro Didattico Borgione che, con l’efficienza dei suoi operatori, ha contribuito alla buona riuscita dell’evento.
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