Positive le dichiarazioni del Ministro della Giustizia Orlando in materia di Giustizia Civile
L’assetto ordinamentale della giustizia verso i minori e la famiglia presenta da tempo molteplici profili di criticità che esigono un efficace e organico intervento riformatore. Non a caso, almeno a partire dagli anni ottanta, si sono registrate varie iniziative legislative nessuna delle quali è finora giunta a compimento.
Il naufragio di tutte le proposte ha lasciato tuttavia irrisolto un problema reale che occorre urgentemente affrontare: appare ormai inaccettabile l’attuale dispersione delle competenze in soggetta materia fra una pluralità di uffici giudiziari che crea non poche disfunzioni e sovrapposizioni. Conformemente a quanto previsto nel programma dell’Unione l’impianto di un organico disegno riformatore dovrebbe prevedere innanzitutto la razionalizzazione del sistema, mediante l’unificazione delle competenze disperse.
Le dichiarazioni del Guardasigilli sulla giustizia civile, fatte nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario forense lo scorso 16 luglio, che intendono individuare un Tribunale specifico che si occupi della tutela dei minori e delle famiglie, vanno nella direzione di rimettere al centro le persone ed i loro diritti e garantire un elevato grado di specializzazione in una materia che, per sua natura, esige conoscenze e sensibilità particolari.
Siamo preoccupati, però, perchè mentre da una parte alla Giustizia Minorile, che da sempre è impegnata nel recupero dei ragazzi che entrano nel circuito penale, si affidano nuovi compiti come quello di accogliere anche i giovani detenuti dai 21 ai 25 anni, dall’altra il Governo italiano si appresta a smantellare un sistema importante e specifico non ancora raggiunto da condanne della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e che è unanimamente riconosciuto come un modello di efficienza ed efficacia per altri Paesi.
Il sistema penale minorile italiano è riconosciuto, infatti, come sistema di eccellenza proprio perché ha reso residuale la carcerazione in favore di misure alternative con risultati positivi sulla recidiva. Sarebbe un grave errore portare avanti un disegno organizzativo che da una parte vuole unire tutte le competenze per i minori e le famiglie e dall’altra non fornisce uno strumento specifico, quale quello di un Dipartimento per la Giustizia minorile con una Direzione specifica per il trattamento che sta conseguendo grandi risultati e ottenendo il plauso da organismo internazionali.
L’associazione nazionale dei pedagogisti italiani auspica che il Ministro e il Governo ridisegnino il Dipartimento minorile non distruggendone la specificità del trattamento che ha fatto sì che anche l’ONU lo ha ricostruito come modello penale minorile di eccellenza.
E’ fondamentale, quindi, che non ci siano più le frammentazioni dell’intervento giudiziario in situazioni familiari o che coinvolgono i cittadini di età minore così come è necessaria la specificità e la specializzazione organizzativa di un settore così delicato.
Tutto ciò che va in tal senso non può che avere il sostegno dei pedagogisti italiani perchè in linea con lo stesso concetto di educazione che è un concetto globale, unitario e non frammentato.
Ufficio segreteria nazionale ANPE: dr. Gianfranco De Lorenzo