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Film “Nient’altro che noi”

Locandina Nient'altro che noiANPE patrocina il film “Nient’altro che noi” diretto da Angelo Antonucci con la partecipazione di Francesca Rettondini e Philippe Leroy.
In una scuola del centro Roma il nuovo arrivato deve scontrarsi con le angherie di un compagno di classe dallo stato familiare difficile che cerca di rivalersi sugli altri. Nonostante la solidarietà di alcuni compagni di classe e l’appoggio dei docenti, lo stesso i piccoli crimini e i quotidiani soprusi non vengono denunciati fino a che non assumeranno proporzioni troppo grandi per essere ignorati.
L’urgenza di fare un film sull’attualità del fenomeno del bullismo scolastico e sul proprio passato (il regista ha confessato di essere stato a suo tempo vittima di angherie simili) forse prende la mano e ha la meglio sull’idea di raccontare una storia in una forma accettabile per il cinema.
La trama infatti segue una parabola classica di costruzione della tensione andando verso il dramma finale ma la realizzazione lascia molto a desiderare. Non sono solo gli ambienti inadeguati e tutti troppo simili, il montaggio troppo spesso scollato (specialmente nei passaggi da mezzo busto a primo piano), le musiche sdolcinate in sottofondo e il doppiaggio che si alterna in maniera troppo evidente alla presa diretta, è proprio l’idea di un cinema che ha ben poco di filmico a deludere.
I personaggi non sono calibrati bene per un racconto cinematografico. Troppo spesso la volontà di condannare prende talmente la mano che il divario tra dei protagonisti eccessivamente buoni, responsabili, idealisti e simpatici e un antagonista solo, verace e spesso insofferente di quel buonismo, finisce per indurre lo spettatore a prendere le parti di quest’ultimo. Miki il bullo è infatti palesemente più autentico, più umano e più arguto, nonostante le gesta condannabili di cui si macchia, di tutti i suoi molli compagni immacolati.

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